DURATA: 3 giorni
TARGET: Turista culturale – cicloturista – famiglie
OBIETTIVO: Valorizzare la storia e la memoria della Seconda Guerra Mondiale nei territori dell’Oltrepò Mantovano, che furono il principale scenario delle ultime battute del conflitto in Italia.
Ancora oggi le ultime battute del Secondo Conflitto Mondiale rimangono impresse nella memoria degli anziani dell’Oltrepò Mantovano e in un luogo speciale: il Museo della Seconda Guerra Mondiale sul Po, a Felonica. È questo il punto di partenza (o di arrivo) del nostro itinerario. Diversi luoghi ricordano ancora oggi gli eventi che si consumarono lungo le sponde del fiume Po verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando le truppe tedesche in ritirata resistevano in un fazzoletto di terra tra Secchia e Panaro all’avanzata ormai inevitabile degli Alleati. Dopo la liberazione di Bologna, il 22 aprile 1945 gli Americani raggiunsero San Benedetto Po e il 23 aprile l’Armata Britannica liberò Ferrara e portò le truppe sulle sponde del Panaro: fu così che i nostri territori, racchiusi tra tre fiumi – Secchia a Ovest, Panaro a Est e Po a Nord – divennero una vera e propria “sacca” dove le retroguardie tedesche resistettero per permettere la fuga alle truppe più numerose. Oggi è possibile rileggere le testimonianze della guerra presenti sul territorio, all’interno di questo itinerario turistico che è percorribile anche in bicicletta, grazie alle importanti ciclovie presenti in questa zona.
PROGRAMMA DI VIAGGIO
1. Felonica
Il percorso parte dal paese di Felonica, oggi località del Comune di Sermide e Felonica. Il Museo della Seconda Guerra Mondiale sul Po è collocato all’interno del settecentesco Palazzo Cavriani, ex sede del comune di Felonica. Le sale ripercorrono gli eventi che interessarono tutta l’area del Po compresa tra i fiumi Panaro e Secchia durante le ultime battute della Seconda Guerra Mondiale. Gli allestimenti, le guide preparatissime (e appassionate) e i sistemi che supportano la visita in autonomia rendono questa esperienza molto forte. Il Museo offre infatti una panoramica completa sugli avvenimenti storici, attraverso reperti dell’epoca ritrovati su questo stesso territorio. I diorami e le fotografie esposte ci mostrano i paesi dell’Oltrepò Mantovano come apparivano alla fine della Guerra e durante le operazioni militari. Impossibile non rimanere coinvolti in un percorso museale che è solo l’inizio del percorso sul territorio!
www.museofelonica.it
T +39 348 3157390
Tempo: 2 ore.
2. Spuntino
Usciti dal Museo, se affamati, è possibile fare uno spuntino con una fetta di Tiròt, la tipica focaccia locale con strutto e cipolla paglierina di Sermide. Il prodotto è presidio Slow Food e può essere acquistato nei due forni del paese di Felonica.
3. Chiesa Matildica
A pochi passi da Palazzo Cavriani troviamo la splendida chiesa Matildica di Santa Maria Assunta, che consigliamo di visitare per la sua bellezza, il suo valore storico e la sua forte spiritualità. Salendo sull’argine proprio accanto alla chiesa, ci troviamo affacciati sul Po. Foto d’epoca ritraggono questo luogo il 24 aprile 1945, quando i sudafricani giunsero qui.
Tempo 1 ora
4. Pranzo
È possibile pranzare al sacco acquistando prodotti tipici presso i 22 produttori locali di Sermide e Felonica. In alternativa consigliamo le 8 trattorie in zona.
5. Sermide
Il pomeriggio la visita è al centro di Sermide. Il paese fu pesantemente bombardato dagli aerei Alleati nel febbraio 1945: obiettivi furono lo zuccherificio (obiettivo strategico, in quanto era anche distilleria; l’alcol poteva essere utilizzato dai Tedeschi come carburante, in assenza di rifornimenti) e il centro storico. Il palazzo del Municipio fu gravemente danneggiato: ad oggi ci rimangono diverse fotografie e una lapide alla base della Torre Gonzaghesca, dove si ricordano le vittime della Grande Guerra (durante l’attacco del 21 febbraio 1945 morirono 30 civili). Consigliamo un giro per le vie del paese, per visitare la Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo e la piccola, ma molto bella, Chiesa dei Cappuccini.
Tempo: 1 ora
6. Bonizzo
Spostandoci verso Revere (oggi frazione di Borgo Mantovano), facciamo tappa al pittoresco borgo di Bonizzo, situato a ridosso dell’Argine Po. Questa località fu bombardata il 12 aprile 1945; la chiesa Parrocchiale che ancora oggi vediamo accanto all’argine fu squarciata dalle bombe Alleate e tre civili persero la vita. Da qui fuggirono i Tedeschi pochi giorni dopo, attraversando il Po. Tra il 20 e il 24 aprile, una fila di carri armati Americani viene immortalata in una foto accanto al borgo di Bonizzo: qui, infatti, i genieri Americani costruirono un ponte per l’attraversamento del fiume.
Tempo: 1 ora
7. Sosta
Durante la visita ai luoghi, suggeriamo una sosta per l’acquisto di prodotti tipici. Ricordiamo che questa è la zona del tartufo bianco, del melone mantovano, della mostarda, … Sarà possibile acquistarli nei 9 negozi locali.
8. Revere
Dopo la visita a Bonizzo, ci trasferiamo a Revere (oggi frazione di Borgo Mantovano). Dall’Argine in prossimità del Ponte si gode della veduta sul borgo e su fiume. Revere fu località strategica per le vicende della fine della Guerra: il ponte tra Revere e Ostiglia fu bombardato nell’estate del 1944. Nell’aprile del 1945 qui attraversarono prima i tedeschi in ritirata, poi gli Anglo Americani, i quali costruirono anche un ponte per l’attraversamento del fiume con gli automezzi.
Tempo: 1 ora
9. Villa Poma
Da Revere, in pochi minuti si raggiunge Villa Poma (anch’essa frazione di Borgo Mantovano). Presso il cimitero troviamo il monumento ai caduti delle due Guerre. Tra il 20 e il 23 aprile 1945, Villa Poma fu teatro di un lancio di paracadutisti italiani, all’interno della cosiddetta “operazione Herring”.
Tempo: 30 minuti
10. Cena
Per la cena consigliamo 11 locali della zona. Per il pernottamento sono presenti 4 strutture.
11. Magnacavallo
La seconda giornata del nostro itinerario inizia con la visita al borgo agricolo di Magnacavallo. Il paesaggio è qui caratterizzato da distese di campi; questi territori non sono lambiti direttamente dal Fiume. Molti comandi tedeschi venivano collocati proprio in questi paesi dell’entroterra, per il loro isolamento. È il caso di Magnacavallo, paese che divenne sede di comando tedesco (Comando della XIV Panzerkorps e comando divisionale della 305 Infanterie Division) alla fine del 1944. L’esercito tedesco requisì diverse abitazioni per i propri uomini. Nei giardini antistanti la piazza del Comune troviamo il monumento ai caduti delle due guerre, realizzato su bozzetto di Mario Frigeri, padre del più famoso artista Lanfranco.
Tra il 20 e il 24 aprile, anche Magnacavallo fu teatro del lancio dei Paracadutisti italiani durante l’Operazione Herring. Sempre sul territorio di Magnacavallo si trova la località Dosso dell’Inferno (località che consigliamo di vedere per la sua bellezza, trattandosi di corte Gonzaghesca) dove fu allestito un ospedale Tedesco, di cui si conservano fotografie. Non è difficile, durante gli spostamenti tra questi paesi, trovare aziende agricole dove poter acquistare gli straordinari prodotti di questa terra.
12. Poggio Rusco
Ci spostiamo facilmente sul territorio di Poggio Rusco, in particolare nella località Dragoncello. Qui troviamo il monumento commemorativo dell’Operazione Herring. Questa operazione Alleata fu studiata per creare confusione tra i Tedeschi (che – ricordiamo – avevano in questa zona nutrite truppe a difesa della linea del Po) e rallentare la loro ritirata, preparando l’avanzata degli Alleati stessi. L’operazione Herring consistette nel lancio di 26 pattuglie di paracadutisti nella zona che aveva come baricentro Poggio Rusco. A tale lancio seguirono diversi scontri, che coinvolsero anche civili. A Dragoncello consigliamo anche una visita alla chiesa, dalla forma particolare che ricorda le mani giunte, intitolata a Maria e a Santa Maria Maddalena, patrona dei paracadutisti.
13. Monumenti
Poco distanti troviamo possiamo visitare due monumenti significativi, dedicati alle vicende di quei giorni: il monumento ai paracadutisti di Corte Mondine (che ricorda l’uccisione in questo luogo di quattro paracadutisti italiani) e il cippo commemorativo di Cà Brusada (anche qui ci furono scontri che portarono alla morte di diverse persone, militari e civili, e all’incendio dell’edificio detto “Casellone Nuovo” e che da allora prende il nome di Cà Brusada).
14. Pranzo
Per il pranzo al sacco consigliamo 13 negozi. In alternativa è possibile anche pranzare in 8 locali tra trattorie e/o ristoranti.
15. Quattrocase
Raggiungiamo ora, dirigendoci verso San Giacomo delle Segnate, la località Quattrocase di Poggio Rusco. Il lancio paracadutistico dell’aprile 1945 interessò anche questa località. Oggi qui si respira un’atmosfera agreste, di una volta. Poche case, un’osteria, un piccolo cimitero antico. Consigliamo, prima di raggiungere San Giacomo, una sosta anche nel centro di Poggio Rusco, paese epicentro della sopra citata Operazione Herring. I portici del centro storico, il palazzo Comunale e la torre falconiera ci riportano ad un diverso periodo storico, quello della dominazione Gonzaghesca.
16. San Giacomo delle Segnate
Ultima tappa della giornata è San Giacomo delle Segnate, che offre diversi spunti di visita sul tema “seconda guerra”. Il paese fu infatti sede di un importante comando tedesco. Le scuole del paese (di fronte al palazzo Comunale) erano già utilizzate dal novembre 1944 come ospedale per le truppe tedesche. La sede del Comune era utilizzata dal comando locale. Anche Villa Rezzaghi, casa signorile accanto al Municipio, venne requisita per ospitare l’alloggio ufficiali. Il 7 marzo 1945 la Villa divenne sede dell’alto Comando AOK14. Le scuole divennero cucine per gli alloggi e la cascina Loghino Lavelli una cucina da campo. Molte delle abitazioni di San Giacomo vennero requisite per dare alloggio ai soldati tedeschi. Alla base del campanile della chiesa parrocchiale è stata posta una lapide per commemorare i caduti della Seconda Guerra Mondiale, che qui lasciò segni pesanti, come andremo tra poco a vedere. Nella cappella del cimitero, a poche centinaia di metri dalla Parrocchiale. Una lapide commemora le vittime di un tragico avvenimento: la missione 861, il bombardamento Alleato del Comando di San Giacomo delle Segnate, avvenuto il 16 aprile 1945, che causò la distruzione dell’abside della chiesa e di diversi edifici del centro paese. Durante il bombardamento morirono 26 persone, che qui vengono ricordate.
17. Cena
Per la cena consigliamo gli 8 ristoranti della zona, mentre per il pernottamento 5 strutture ricettive.
18. Quistello
La terza giornata del nostro itinerario inizia a Quistello, dove la presenza di diverse fonti documentali ci permette di ricostruire diversi eventi legati alla guerra. Dall’Argine Secchia Sud è possibile prendere Via Cortesa, per vedere dall’esterno Corte Grossa, che ospitò nell’estate del 1944 una unità della Fallschirmpanzerdivision Goring (Carri Armati). Poco oltre, sempre sull’Argine Secchia, è visibile il ponte ferroviario che fu bombardato più volte dagli aerei Alleati (dall’estate fono al dicembre 1944, quando fu completamente distrutto) e ricostruito dai Tedeschi. Sempre proseguendo sulla Strada Argine Secchia si giunge all’imbocco del paese, dove si trova il ponte stradale in cemento. Anche questo manufatto fu oggetto dei bombardamenti Alleati (estate 1944), che però colpirono anche il vicino borgo, causando danni ad alcune abitazioni e alcune vittime tra i civili. In Via Veneto, sulla facciata della splendida Villa Sivelli in stile Liberty, è ancora visibile una balaustra danneggiata dagli attacchi alleati. Da vedere è la Villa Palestro, di proprietà comunale, con annesso un grande parco. Questa villa fu costruita su progetto dell’artista locale Giuseppe Gorni (consigliamo di visitare il suo “museo diffuso” nella frazione di Nuvolato www.museogorni.it T +39 0376 617158 – 347 0651260) e divenne la “casa dei Balilla”, dal cui terrazzo le Milizie Volontarie di Sicurezza Nazionale segnalavano l’avvicinamento degli aerei. Quasi di fronte a Villa Palestro sorge il cippo ai caduti della Seconda Guerra Mondiale: questo luogo ci permette di ricordare tutti gli eventi che interessarono Quistello tra l’estate 1944 e l’aprile 1945: nei dintorni del paese precipitarono un aereo tedesco e uno Alleato; i bombardamenti colpirono anche l’Ospedale e la Casa di riposo. L’escursione nel centro storico ci porta ad una visita alla Chiesa Parrocchiale, che sulla balaustra dell’altare di Sant’Antonio Abate porta i segni di un colpo di mitragliatrice.
Tempo: 2 ore
19. Parco Golenale Foce Secchia
Il pomeriggio prende il via con un’escursione nel Parco Golenale Foce Secchia, area naturalistica di notevole interesse, dove è possibile ammirare un’importante opera ingegneristica: la Botte Villoresi.
www.parcofocesecchia.it – T +39 0376 627201
Siamo ora vicinissimi alla prossima, ed ultima destinazione: San Benedetto Po. Nella piazza principale si trova il Monumento ai caduti. Possiamo qui ricordare gli avvenimenti che resero la località di San Benedetto Po fondamentale per le vicende della fine della Guerra. Il 22 aprile 1945 le avanguardie della 10° divisione Mountain USA giunsero a San Benedetto, isolando di fatto i Tedeschi tra i fiumi Secchia e Panaro. Consigliamo la visita all’Abbazia e al centro storico, prima di spostarci verso il ponte sul Po. Questo luogo fu teatro di un bombardamento nell’agosto 1944. Durante gli ultimi giorni di guerra, gli Alleati costruirono qui un ponte di barche e da qui partì l’attraversamento delle truppe Alleate che portarono alla definitiva liberazione dell’Italia.