DURATA: 3 giorni
TARGET: famiglie, turista culturale, cicloturista
OBIETTIVO: far scoprire al turista i piccoli centri storici dell’Oglio Po, sul filone dell’arte e della storia nei territori di confine. In una diagonale ideale tra Mantova e Parma, ripercorreremo la storia di paesi che hanno visto le proprie sorti legate a diversi Signori: i Gonzaga, i d’Este, i Visconti e gli Sforza, i Cavalcabò, i Farnese, …
Il territorio dell’Oglio Po è stato da sempre terra di confine. Le belle cittadine murate e le torri presidiavano e proteggevano il territorio e i suoi abitanti; allo stesso tempo i palazzi e le chiese donavano lustro ai Signori locali. I paesi di questa zona, inoltre, sono storicamente legati a diverse dominazioni e hanno costruito nei secoli diverse identità e tradizioni, legate alla propria storia. Siamo nella zona che confina con il Ducato di Parma e Piacenza, che legò le proprie sorti a quelle della famiglia Farnese; diversi paesi dell’Oglio Po vedono le proprie origini culturali legate ai Gonzaga; altri erano invece ai limiti del Ducato di Milano, del quale seguirono le vicende spesso trovandosi coinvolti in scontri per la difesa dei confini. Per questo itinerario partiremo proprio dalla riscoperta delle testimonianze storiche e culturali del territorio, tra castelli, torri, palazzi, portici, città murate tra Parma, Cremona e Mantova. In questo itinerario potremo così toccare con mano le testimonianze culturali ed architettoniche lasciate sul territorio dalla Storia, passando per località di grande richiamo, come Mantova, Colorno e Sabbioneta, ma portando alla luce anche altri tesori straordinari, come il centro storico di San Martino dall’Argine e la Corte Castiglioni di Marcaria.
PROGRAMMA DI VIAGGIO
1. Mantova
L’itinerario prende avvio dal centro storico di Mantova. Partiamo da piazza Sordello, su cui affaccia Palazzo Ducale, la monumentale Reggia dei Gonzaga. Tale complesso fu la dimora dei signori
di Mantova dal 1328 al 1707; in questi quattro secoli resero il complesso un vero e proprio concentrato di arte e bellezza. Con i suoi 35.000 mq di estensione (quasi 1000 ambienti, torri, strade, cortili, giardini, … ), è la sesta reggia più grande in Europa, tanto da meritare l’appellativo di “città- palazzo”. La denominazione di palazzo Reale venne coniata durante la dominazione austriaca, regnate Maria Teresa. Dal 1887 il Palazzo ha destinazione museale. La visita parte dal castello di San Giorgio – con la celebre “camera picta” del Mantegna – per proseguire poi ai Giardini, alla Corte Nuova
e alla Corte Vecchia e alla Galleria degli Specchi. Merita una visita (nelle adiacenze del Castello) anche il Museo Archeologico, situato negli ambienti dell’ex Teatro di Corte del mercato comunale; esso offre un interessante ed esaustivo percorso attraverso i 6.500 anni di storia del territorio mantovano. La visita al Palazzo Ducale è una vera e propria immersione nella Bellezza! Ingresso prenotabile attraverso il portale www.ducalemantova.org
La mattinata nel centro storico può poi proseguire in un percorso tra la Cattedrale di San Pietro, la Basilica di Sant’Andrea (opera di Leon Battista Alberti, e dimora dei Sacri Vasi contenenti – secondo la tradizione – la terra intrisa del sangue di Gesù), e la romanica rotonda di San Lorenzo. Per i melomani (verdiani in primis) si consiglia anche una sosta alla cosiddetta Casa di Rigoletto. Dal centro di Mantova ci si sposta poi nell’esteso territorio del comune di Marcaria.
Tempo: 3 ore
2. Pranzo
Pranzo nella tranquilla zona di campagna intorno a Marcaria. Consigliamo i 9 ristoranti o agriturismi della zona.
3. Casatico di Marcaria
Il pomeriggio comincia presso la frazione Casatico di Marcaria. Qui Corte Castiglioni, un monumentale complesso rurale donato nel 1415 dai Gonzaga ai Castiglioni (il cui più illustre componente fu Baldassarre Castiglione, letterato e diplomatico). Per anni location di eventi culturali, teatri e concerti – nonché di riprese cinematografiche (si pensi al recente film biografico sul pittore Ligabue, “Volevo nascondermi”) – è oggi in attesa di restauri. In tempo di visita, si consiglia una sosta presso la torre, con la ghiacciaia e il ciclo di affreschi della scuola di Giulio Romano. Marcaria fu donata da Matilde di Canossa all’Abbazia di Leno (Brescia) e mantenne una certa indipendenza rispetto alle Signorie circostanti, fino all’unificazione con Campitello (nel XV secolo). Da qui il territorio di Marcaria passò sotto l’influenza dei Signori di Mantova (a cui la famiglia di Baldassarre Castiglione era legata).
Tempo: 1 ora
4. San Martino dall’Argine
Da Casatico ci si sposta a San Martino dall’Argine. Accoglie il turista la scenografica Chiesa Castello, un imponente edificio sacro (chiamata Castello perché nelle adiacenze sorgeva un tempo l’antica fortificazione) che cattura lo sguardo per la sua posizione rialzata e per la sua facciata particolare. La chiesa è oggi sconsacrata e utilizzata per eventi e mostre. Vale comunque la pena una visita a questo luogo: edificata a partire dal 1582 da Scipione Gonzaga, signore locale e importante uomo di Chiesa e di cultura al suo tempo, la chiesa Castello presenta forme e decorazioni di grande prestigio, anche se molto si è perso a causa dell’incuria durante il XX secolo. L’edificio è visitabile in occasione dell’apertura delle ricorrenti mostre; in alternativa si possono contattare gli uffici comunali (T +39 0376 922011). Proseguendo nel centro storico colpisce la scenografia creata dai portici gonzagheschi (San Martino rimase sotto l’influenza dei Gonzaga di Sabbioneta) che costeggiano la via principale: un grande patrimonio storico e culturale, ben conservato nel corso dei secoli fino ai giorni nostri. Interessanti anche i palazzi nobiliari, oltre a quella che fu la sede della prima scuola infantile dei borghi rurali, fondata nel 1834 da Ferrante Aporti (visibile solo dall’esterno). Altro punto d’interesse è la cosiddetta Chiesa dei Frati. La facciata ha forme romaniche, mentre all’interno è presente un’interessante stratificazione che racconta al visitatore una storia lunga più di 600 anni (tracce di affreschi quattrocenteschi, cappelle gentilizie risalenti al XVI e XVII secolo, una delle quali adibita a mausoleo della famiglia Gonzaga di San Martino). La cartellonistica aiuta il visitatore nella lettura degli spazi e della loro storia, Il percorso a San Martino si conclude a piazza Vegro, una piazza che è anche un parco dove trovarsi, passeggiare, far giocare i bambini. Sulla piazza affaccia una piccola chiesetta, l’Oratorio di Santa Maria delle Grazie, che ricorda – anche con l’altare costituito da un vecchio aratro – la tradizione rurale di questi borghi. Dal centro paese si consiglia poi di raggiungere – in pochi minuti, anche in bicicletta – l’Oasi Margonare, un’area di interesse naturalistico attrezzata per la sosta con tavoli da picnic e zona barbecue. Si tratta di una zona umida, caratterizzata dalla presenza di laghetti che si sono formati là dove un tempo vi erano torbiere. La zona è molto tranquilla, circondata da campi, boschi, pioppeti dove poter passeggiare.
Tempo: 2 ore
5. Cena
Da San Martino si prosegue per Commessaggio, per la cena nei 4 ristoranti e il pernottamento nei 7 agriturismi della zona.
6. Commessaggio
La seconda giornata prende avvio dalla visita a Commessaggio, piccolo borgo costeggiato dal Canale Navarolo, al confine con Sabbioneta. Il punto forte del paese è rappresentato dal Torrazzo Gonzaghesco, affacciato sul canale. La torre, costruita nel 1583 da Vespasiano Gonzaga, duca di Sabbioneta, aveva funzione daziaria e militare. Oggi l’edificio è di proprietà Comunale e viene utilizzato per mostre ed eventi; è visitabile in tali occasioni, o previo contatto con l’Associazione Culturale Il Torrazzo che lo gestisce (T +39 366 4326860; iltorrazzoassociazione@gmail.com). La visita alla torre regala stupore, perché qui si uniscono in maniera armonica la storia e l’ingegnosità degli architetti Rinascimentali e la tecnologia moderna; i locali, con notevoli volte (non decorate, essendo un edificio “militare”), sono infatti dotati di avanzate attrezzature per la proiezione di video e la diffusione di suoni, predisposti per l’allestimento di mostre e convegni. È affascinante la scala a chiocciola originale, costruita con grossi blocchi di pietra sovrapposti. Di fronte al Torrazzo, ecco il ponte di barche (costruito su barche in cemento appoggiate al fondo del canale), ricostruito nel 1976 in sostituzione di quello gonzaghesco del Cinquecento. Attraversato il ponte e visitato il Torrazzo, vale la pena proseguire lungo Via Garibaldi, il corso principale, per raggiungere piazza Italia, dove si trova il Municipio, di probabile fondazione gonzaghesca, rimaneggiato a metà Ottocento. Da qui una breve passeggiata lungo via Silvio Camicia conduce alla Parrocchiale Ottocentesca di Sant’Albino (con numerose tele appartenenti a periodi tra il 1600 e il 1800, e un pregevole organo grazie al quale la chiesa ospita vari concerti). Commessaggio lega dunque la propria storia a quella della vicina Sabbioneta e alla figura importante di Vespasiano I Gonzaga.
Tempo: 1 ora
7. Rivarolo Mantovano
Da Commessaggio si raggiunge in pochi minuti il paese di Rivarolo Mantovano. Meritano una visita le Porte di ingresso al paese (chiedere informazioni presso il Comune di Rivarolo Mantovano, tel. 0376 99101), il caratteristico centro storico con i suoi portici, la chiesa quattrocentesca di Santa Maria Annunciata e – per gli appassionati di musica – il piccolo museo dedicato al celebre musicista rivarolese Gorni Kramer, re della fisarmonica, del jazz, della rivista, di centinaia di canzoni del dopoguerra (museo curato dalla Fondazione Sanguanini; visita su prenotazione: tel. 0376.958144). Storicamente, il paese di Rivarolo Mantovano rimase sempre sotto l’influenza dei Gonzaga; in particolare le mura, gli importanti portici e la struttura urbanistica riportano alla figura di Vespasiano Gonzaga, Duca di Sabbioneta, Un centro storico, dunque, da riscoprire e rivalutare per il suo valore storico e architettonico.
8. Pranzo
Per il pranzo consigliamo i 4 ristoranti della zona.
9. Casteldidone
Il pomeriggio prevede una visita a Casteldidone, piccolo borgo immerso in un contesto naturalistico di estremo fascino. Punto di attrazione è sicuramente il Castello Mina Della Scala, residenza nobiliare degli inizi del Seicento, residenza in cui i due elementi – quello abitativo e quello difensivo, il palazzo e il castello – coesistono in maniera armonica; fatto costruire come sontuosa residenza di campagna dalla famiglia degli Schizzi – una delle famiglie più antiche della nobiltà cremonese – è stato ampliato, restaurato, abbellito e mantenuto vivo fino a oggi, prima dalla famiglia Schizzi, per
circa 250 anni, passato poi nel 1859 ai Mina, casata unitasi nel 1863 a quella dei conti Della Scala di Lodi, successivamente Della Scala – Persico Licer, i cui discendenti sono gli attuali proprietari. Il palazzo è proprietà privata, ma aperto alle visite nei periodi e negli orari programmati sul sito www.castellominadellascala.net oltre che in occasione di mostre e manifestazioni culturali. La visita prosegue attraverso le decine di sale affrescate dalle decorazioni settecentesche, in una dimora che si è letteralmente conservata integra fino ai giorni nostri; ricordiamo in particolare la sala di rappresentanza e l’oratorio seicentesco. Particolarmente interessanti le visite teatrali animate e le visite tematiche. La Villa è aperta alle visite la domenica e nei giorni festivi, da aprile a ottobre (con visita guidata alle ore 15.00, 16.00, 17.00). Per i gruppi (minimo 20 persone) è necessaria la prenotazione. La storia di Casteldidone fu molto diversa rispetto a quella della vicinissima Rivarolo Mantovano. Il paese, infatti, fu sotto la dominazione Cremonese e Milanese, tranne alcune piccole parentesi sotto i Gonzaga. Proprio per la sua posizione di confine fra il Ducato di Milano e i territori Gonzagheschi, Casteldidone fu spesso al centro di scontri, conteso da Gonzaga e Serenissima da un lato, Milano e i Cremonesi dall’altra.
Tempo: 2 ore
10. San Giovanni in Croce
Da Casteldidone ci si reca a San Giovanni in Croce. Il caratteristico centro storico costituisce l’ingresso su uno dei beni più conosciuti del paese: Villa Medici del Vascello. Edificata nel 1407 come fortilizio, fu trasformata già nel corso del ‘400 in dimora nobiliare. L’architettura esterna ricorda ancora la funzione militare originaria, con la facciata caratterizzata da due torri e contrafforti. Tuttavia, la delicatezza del loggiato e del giardino antistante riportano all’eleganza delle ville di delizia. Il personaggio più importante e famoso che abitò la villa fu Cecilia Gallerani, la “Dama con l’ermellino” dipinta da Leonardo da Vinci. Lo sviluppo della Villa e l’attuale conformazione è del XIX secolo, con la realizzazione del meraviglioso parco annesso (12 ettari di parco, con un laghetto, diversi tempietti e architetture neoclassiche e romantiche, che sviluppa sentieri per una visita “green” immersi nell’arte e nella natura). È possibile effettuare visite guidate alla villa e al parco, laboratori didattici per scuole e bambini, visite libere al parco. Visita guidata (a pagamento) alla Villa prenotabile al numero +39 370 3379804 – www.villamedicidelvascello.it. Come immaginabile dall’illustre Signora della Villa Medici del Vascello, Cecilia Gallerani, moglie di Ludovico Carminati, feudatario degli Sforza, San Giovanni in Croce costituì una roccaforte Milanese, al confine con i domini dei Gonzaga. L’assetto urbanistico è infatti molto diverso da quello dei centri storici che furono sotto l’influenza dei Gonzaga di Sabbioneta (come la vicina Rivarolo Mantovano).
Tempo: 2 ore
11. Cena
Per la cena consigliamo i 4 ristoranti della zona, per il pernottamento i 7 alberghi locali.
12. Sabbioneta
La mattina del terzo giorno è tutta dedicata alla visita alla “Città Ideale” di Sabbioneta. Città voluta e pensata dal principe Vespasiano Gonzaga secondo i princìpi rinascimentali costituisce un attrattore di per sé, per la sua conformazione urbanistica. Sono disponibili visite guidate (durata: 2 ore; prenotazioni al numero +39 0375 221044) ai vari punti di interesse il tour comprende – con un unico biglietto cumulativo – la visita ai sette monumenti della cittadina: il Palazzo Ducale, il Teatro all’Antica, il Palazzo Giardino con la Galleria degli Antichi, la chiesa della Beata Vergine Incoronata, il Museo del Ducato, la Pinacoteca San Rocco, la Sinagoga.
Tempo: 3 ore
13. Pranzo
Pranzo a Casalmaggiore nei 14 ristoranti della zona.
14. Casalmaggiore
Nel pomeriggio si propone la visita al centro storico e alle bellezze di Casalmaggiore. La grande piazza Garibaldi – a un centinaio di metri dall’argine sul fiume Po – dona una vista su eleganti e imponenti palazzi, come l’ottocentesco palazzo comunale in stile neogotico. Nei dintorni della piazza troviamo il settecentesco teatro, il museo Diotti (pinacoteca di arte otto-novecentesca e casa-atelier del pittore Giuseppe Diotti 1779-1846), e il Museo del Bijou (dedicato alla storia dei gioielli in “oromatto” e della fabbrica che li produceva: un museo che non è solo esposizione di prodotti ma racconto di una civiltà artigianale, artistica e imprenditoriale che ha segnato la storia di Casalmaggiore). Si consiglia la visita a uno dei due musei; è possibile l’acquisto del biglietto cumulativo. Il Museo Diotti è aperto dal martedì al venerdì dalle 8.00 alle 12.30, e il sabato, domenica e festivi dalle 15.30 alle 18.30 (visite guidate prenotabili contattando +39 0375 200416 o scrivendo a info@museodiotti.it). Il Museo del Bijou è aperto sabato e domenica dalle 15.00 alle 19.00; dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00 (visita guidata e laboratori prenotabili +39 0375 205344 o scrivendo a info@museodelbijou.it). Il centro storico di Casalmaggiore, con i suoi palazzi, dimostra come la città rappresentasse in passato un importante porto commerciale, grazie all’ampia autonomia giurisdizionale conquistata nel corso dei secoli, durante le contese tra Milanesi e Veneziani. Il Torrione Estense risalente all’XI secolo, di cui si ha una vista particolarmente suggestiva dall’argine Po, testimonia l’antica dominazione della famiglia d’Este.
Tempo: 2 ore
15. Colorno
Partenza per Colorno. L’itinerario si conclude con la visita al celebre Palazzo Ducale, la cosiddetta Reggia di Colorno. Costruito dal Duca Farnese nel XVIII secolo sui resti di una rocca quattrocentesca, viene soprannominata “la Versailles dei Duchi di Parma”: 400 sale, lastricate di marno rosa e sovrastare da volte affrescate. La visita guidata (prenotazione obbligatoria; +39 0521 312545; reggiadicolorno@ provincia.parma.it) conduce alla visita del Piano Nobile, dell’Appartamento Nuovo del Duca Ferdinando di Borbone, della Cappella Ducale. Visitabile gratuitamente è il caratteristico Guardino Storico, risalente al XV secolo, più volte trasformato (oggi riqualificato con il laghetto, i giochi d’acqua, i lunghi viali, …).
Tempo: 2 ore